Tag Archives: giulia beat

sogni d’oro

Nel bar anonimo di Monteverde la pensionata con la slot machine sembra che stia guidando un’astronave poi si avvicina per parlarmi di Matisse le vecchiette tutto intorno consumano ore, ore e gratta e vinci prendono strade così impervie, le speranze le nostre sono alimentate dalla rete elettrica che ogni tre e quattro salta ma che importa salgo sulla […]

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con un po’ di speranza e tanta rabbia

Potevo portare dei fiori per te e per gli altri compagni su una piazza del mio paese ma non l’ho fatto non chiedermi perché non farmi vergognare tanto della distanza più incolmabile ora siamo lontane mi posso consolare balbettando che non muore chi rimane nel ricordo e il tuo sono parole che traduco a fatica sperando siano semi di altri fiori i tuoi […]

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Per la serie: espressioni giornalistiche che non significano niente

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Come a Marsiglia i ratti quando viene sera

Ad ogni complimento che mi sfiora per la strada Ad ogni volta che perdete un portafogli Ad ogni donna che nasconde i suoi capelli cogliete l’occasione per uscire allo scoperto come a Marsiglia i ratti quando viene sera e dire: “neri!” oppure: “arabi!” o “stranieri!”   Ad ogni passo che muovo nel grigio enorme dei quartieri […]

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preferisco Amleto

come si usa il sale credo si debbano usare le parole non so come si possa usarne tanto e male un’ anarchia precisa come un orologio fatta di frasi brevi precedute da propongo questa è la mia chimera facile e banale   mai più uscirò di casa con la mente in guerra per ritrovarmi ad ascoltare […]

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Qualcosina

  A Piazza San Giovanni c’è il sole. Pure se Repubblica aveva detto nuvole, e aveva parlato di oggi come se Roma attendesse una catastrofe naturale e non una manifestazione politica. Così, se Genova era stata di magnitudo “6.5”, questa doveva essere giusto un po’ più debole, mangitudo 5. Trovo pure Andrea,  Alessandro, Francesco, Chiara, […]

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l’autobus

ti senti soddisfatto tu dentro una scatola di umani quando tra loro fai sgusciare le tue mani finche non mi raggiungono per un lungo secondo che ci umilia tutti e due non ho pietà per la tua barba incolta non so perché ti risparmio un insulto come mi manca a volte non saper fare paura.  

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domani mi vesto di rosso

se districassi questo groviglio di vicoli sarebbe forse grande quanto napoli il mio quartiere dove tutto è in miniatura   le strade sono larghe quanto basta per camminarci in due o per scorrazzarci in vespa ma se fossero strade anche solo normali Roma sarebbe la metà dei quartieri spagnoli   i negozi sono due metri […]

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l’adolescente snob del cazzo

la classe l’ho tradita qualche volta e con piacere presidio, corteo, cose, sciopero generale la scuola però non la volevo mai saltare se non tre volte o due, ma per dovere sociale   il tempo libero pensavo mica è libero davvero se no non ce ne avremmo così tanto per rilassarmi, all’alcool, preferivo farmi un pianto […]

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il privilegio

  con le mani fredde con gli occhi pieni di vento con i pensieri nella testa presi in prestito ad un filosofo scettico di quelli che si incontrano in un regionale sovraccarico ritorno ma quanto sono rotte queste strade penso a parte l’umore qui va tutto male lo so, l’amore eterno è un privilegio per cattolici, […]

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  • Delirio Manifesto

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    la poesia non è di chi la scrive, è di chi gli serve (Mario Ruoppolo)

    Poesia, altro vizio solitario (Camillo Sbarbaro) liberetutti

    Nuestros cantares no pueden ser sin pecado un adorno.
    Estamos tocando el fondo. (Gabriel Celaya)

    adesso// mi è onore indifferente// generare rime prodigiose// ciò che mi importa è solo// far dannare alla grande i borghesi. (Vladimir Majakovskij)
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    Fondamentalmente non mi interessa molto la poesia che parla solo di frutta e belle scenografie. Mi interessa la poesia che affronta questioni più ampie, questioni di vita e di morte, ecco, e il problema di come comportarsi a questo mondo, di come andare avanti a dispetto di tutto quello che ci accade. Perché il tempo è poco, e l'acqua si sta alzando. (Raymond Carver)

  • Si soffre di ghurba come si soffre di asma, non c’è cura, e i poeti soffrono ancora di più. La poesia in se stessa è già ghurba. (Murid Al-Barghuthi)