Aspetto senza fretta perché sto bene anche qui
guardo le ragazzine che si fanno i selfie,
una signora si lamenta del calore
sappiamo entrambe che è una scusa per parlare,
poi si alza il vento della metropolitana
pare una carezza, una brezza marina
la gente esce, pare un fiume in piena
entra di nuovo, una risacca umana,
i neon sono parenti della luna.
Una voce asettica mi dice quando scendere
torno alla luce su una scala mobile
e poi i colori m’invadono gli occhi
anni su anni di graffiti, a strati,
bus arancioni contro il cielo blu
il camioncino dei giocattoli con il megafono
che gracchia la sua nenia incomprensibile
è tutto semplice, ho voglia di ridere.