Cercavo l’ebbrezza della prima intervista
la botta di endorfine che dava la carta
non m’importava l’ordine dei giornalisti
la mia deontologia il disordine dei sogni
ma gli anni passano, la realtà pure
la gente intorno a me iniziava a scomparire
qualcuno diventava bidimensionale
Se oggi guardo me dentro lo specchio
vedo una massa pallida di scarabocchi
forse la brutta copia
di quel che ho consegnato ai professori
Vorrei fregarmene e cantare ma sembra vietato
a chi non sia cantante di mestiere
vorrei leggere un libro di piacere
e godere
godere
e contare
contare qualcosa
ma sono analfabeta di ritorno
di ritorno dal lavoro
e continuo la vita di fabbrica
febbrile e placida
attaccata alla macchina
di notte sogno la rivincita dei fatti
sul mondo immaginario degli adulti