Tag Archives: giulia beat

poesia della belle de mai

  la mia finestra affaccia sui treni che partono per pendolari e pieds-noirs in pensione niente somiglia più di questo ad una vista mare                   sai, qui non riesco a scrivere è che gli autobus li aspetto troppo poco ma in compenso le strade sono vuote e vanno bene […]

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una città sicura

ci trascinano a forza in una cella elettorale pizzico sullo stomaco naso tappato ed una croce nera per dire sì   al contratto nazionale di custodia cautelare   gli sbirri dell’inconscio danno questi ed altri colpi il resto lo fanno quelli in giro per le strade   che preferisco quando mi guardano male se non […]

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del tempo imperfetto

come a volte le belle gambe ci incroceremo un giorno on se croisera in un francese futur simple non credo il mio passato italiano più che perfetto è un’invenzione della nostalgia e la grammatica più onesta che conosco è araba. dove il presente, anche il più luminoso, non è che un modo dell’immenso tempo imperfetto. ma […]

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20 luglio 2001. Io non c’ero, mi ricordo.

Il ricordo che mi resta di Genova 2001 è il ricordo di una foto su la Repubblica. Anche qualche fotogramma del tg2, che guardavamo, a volte, mangiando dolci pieni di miele in un bar gestito da italiani. Lei aveva negli occhi la luce del teleschermo e farfugliava qualcosa su di un estintore. -PERO’…quello ci aveva l’estintore…- […]

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evadere

                vietato penso che. vietato dalla legge del francese dell’italiano del polacco dell’inglese su temi analisi cronache e saggi e soprattutto sui giornali -veridici e neutrali- divieto assoluto di io credo  di voglio dire dubito  mi chiedo. Vengo da giorni di esercizi e regole e ho l’impressione la grammatica sia […]

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un arcobaleno sul centro direzionale

            senza bisogno di bugie le cose basterebbero a se stesse ? servono le parole in un mondo sincero ? mi chiedo non credo al rumore bianco che schiuma dalle vostre bocche   non credo   al profilo storto di questa colonna idiota e fragile   aaaaaa  aaaaa aaaa aaaa […]

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verrà anche per noi il paradiso fiscale

Amore guarda come suona male in una poesia la Globalizzazione da grandi anche noi sfideremo il monsone anche il vento conviene importarlo dall’est il mondo domani avrà troppi deserti e tutti avranno lo stesso nome ma non preoccuparti dicono in tivù si sopravviva anche senza mangiare frutta di stagione dicono ai confini di ogni tempesta […]

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la più semplice al mondo

            sebbene sia la più semplice al mondo ha una declinazione proprio irregolare la voce roca del verbo amare amo la vita così come capita che certe volte prende a morsi in faccia che scaccia le ambizioni come mosche  

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una strada

                  la tua grande ferita sulla schiena è ancora aperta ci ho camminato sopra tante volte scusami è che mi fa star meglio camminarti addosso a nessuno importa se una strada ha il morale sotto i tacchi sotto i taxi se proprio vuole darsi un tono serio […]

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pericolo di crollo

  Non ho mai capito come facciano le ragazze normali ad avere quelle unghie perfette e quelle grafie rotonde. A essere belle sempre e  sempre dire che stanno malissimo. Mi chiedo se la storia ci lascerà mai un paragrafo. A noi, generazione enorme di poeti, i cui versi grondano dai blog come l’acqua dai tetti. Sopra […]

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  • Delirio Manifesto

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    la poesia non è di chi la scrive, è di chi gli serve (Mario Ruoppolo)

    Poesia, altro vizio solitario (Camillo Sbarbaro) liberetutti

    Nuestros cantares no pueden ser sin pecado un adorno.
    Estamos tocando el fondo. (Gabriel Celaya)

    adesso// mi è onore indifferente// generare rime prodigiose// ciò che mi importa è solo// far dannare alla grande i borghesi. (Vladimir Majakovskij)
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    Fondamentalmente non mi interessa molto la poesia che parla solo di frutta e belle scenografie. Mi interessa la poesia che affronta questioni più ampie, questioni di vita e di morte, ecco, e il problema di come comportarsi a questo mondo, di come andare avanti a dispetto di tutto quello che ci accade. Perché il tempo è poco, e l'acqua si sta alzando. (Raymond Carver)

  • Si soffre di ghurba come si soffre di asma, non c’è cura, e i poeti soffrono ancora di più. La poesia in se stessa è già ghurba. (Murid Al-Barghuthi)