Dicembre

Dicembre, andiamo, è tempo di migrare

Inverno porta al pascolo i turisti

la strada è un altro ostacolo da superare

 

abbiamo gli occhi i nasi i gesti gelidi

penso la vita amara del fazzoletto

fatta di lacrime e moccio soltanto

chi sa perché l’hanno chiamato Tempo.

Noi siamo un poco altrove ci stupiamo

Qui non cresce più niente

né una tenue protesta massmediatica

né un fiorellino brutto di discarica.

mi fai delle domande che tu sai e io no

ti do delle risposte che non ho

sembra la scuola dell’obbligo

quando avevamo i grembiulini uguali

e non mi tremavano mai le mani

ci hanno spiegato come si abortisce

senza spiegarci mai come si nasce

come si cresce

 

ci hanno spiegato come si ubbidisce

senza mai dirci come si capisce

mi guardo dentro una vetrina mentre piove forte
non so proprio di cosa ci stupiamo.
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One Comment

  1. iggy
    Posted 2013/12/01 at 21:23 | Permalink

    ahia..

  • Delirio Manifesto

    ______________________________________________________________________________________________________

    la poesia non è di chi la scrive, è di chi gli serve (Mario Ruoppolo)

    Poesia, altro vizio solitario (Camillo Sbarbaro) liberetutti

    Nuestros cantares no pueden ser sin pecado un adorno.
    Estamos tocando el fondo. (Gabriel Celaya)

    adesso// mi è onore indifferente// generare rime prodigiose// ciò che mi importa è solo// far dannare alla grande i borghesi. (Vladimir Majakovskij)
    IMG_2408

    Fondamentalmente non mi interessa molto la poesia che parla solo di frutta e belle scenografie. Mi interessa la poesia che affronta questioni più ampie, questioni di vita e di morte, ecco, e il problema di come comportarsi a questo mondo, di come andare avanti a dispetto di tutto quello che ci accade. Perché il tempo è poco, e l'acqua si sta alzando. (Raymond Carver)

  • Si soffre di ghurba come si soffre di asma, non c’è cura, e i poeti soffrono ancora di più. La poesia in se stessa è già ghurba. (Murid Al-Barghuthi)