pericolo di crollo

 

Non ho mai capito come facciano le ragazze normali ad avere quelle unghie perfette e quelle grafie rotonde.

A essere belle sempre e  sempre dire che stanno malissimo.

Mi chiedo se la storia ci lascerà mai un paragrafo.

A noi, generazione enorme di poeti, i cui versi grondano dai blog come l’acqua dai tetti.

Sopra le nostre teste

dopo la pioggia forte.

poeti che si vergognano

di questa cosa presuntuosa e d’altri tempi

-non chiamateci poeti-.

Se avessimo avuto il tempo

di restare nella storia

ci saremmo chiamati

poeti maledetti

dai contratti a progetto

ci saremmo chiamati

crepuscolari dell’impero occidentale.

Ci saremmo chiamati

ma non avevamo soldi

sul cellulare.

Ma i nostri nomi sono troppi e troppo piccoli

saremo solo un altro medioevo da dimenticare

come le nostre poesie d’amore, che dell’amore hanno solo le occhiaie.

 

Come i qualsiasillabi

liberamente ispirati

a marche di sigarette

antidepressivi e programmi tv

bollette e repubblica.it.

Ma non siamo mica davvero così.

Forse tra qualche secolo non ci sapranno leggere.

Ci chiameranno lineare P.

Un alfabeto antico che nessuno sa.

 

Su questa terrazza pericolante

sotto il peso dei ricordi e degli abusi edilizi

potrei crollare pure subito

e sarei felice

di portarmi il mio quaderno

da Napoli all’inferno,

chi lo sa,

ci vorrà meno di mezz’ora

con la tav.

This entry was posted in General and tagged . Bookmark the permalink. Both comments and trackbacks are currently closed.

One Comment

  1. Carmine
    Posted 2012/03/18 at 19:58 | Permalink

    Ciao Giulia
    una poesia bellissima, mi piace il modo “arguto” in cui hai mischiato i diversi piani e le sequenze che ne sono venute fuori.
    Carmine

  • Delirio Manifesto

    ______________________________________________________________________________________________________

    la poesia non è di chi la scrive, è di chi gli serve (Mario Ruoppolo)

    Poesia, altro vizio solitario (Camillo Sbarbaro) liberetutti

    Nuestros cantares no pueden ser sin pecado un adorno.
    Estamos tocando el fondo. (Gabriel Celaya)

    adesso// mi è onore indifferente// generare rime prodigiose// ciò che mi importa è solo// far dannare alla grande i borghesi. (Vladimir Majakovskij)
    IMG_2408

    Fondamentalmente non mi interessa molto la poesia che parla solo di frutta e belle scenografie. Mi interessa la poesia che affronta questioni più ampie, questioni di vita e di morte, ecco, e il problema di come comportarsi a questo mondo, di come andare avanti a dispetto di tutto quello che ci accade. Perché il tempo è poco, e l'acqua si sta alzando. (Raymond Carver)

  • Si soffre di ghurba come si soffre di asma, non c’è cura, e i poeti soffrono ancora di più. La poesia in se stessa è già ghurba. (Murid Al-Barghuthi)