Nel chiuso della metro l’uomo che mi sta di fianco
vomita contro un nero tutto il suo rumore bianco
danno trent’euro al giorno solo a loro
sparargli addosso è una questione di decoro
ti vedo sai, non sei invisibile e li sento sai
i rantoli di te che affoghi nei tuoi guai
e dai la colpa a chi affoga nel mare
per spegnerti cerco l’interruttore generale
Ognuno sta solo sul cuor della metro
ognuno con gli occhi incollati su un vetro
Ognuno prosciugato dalla sua corsa affannosa
cerca di abbeverarsi ad una fonte luminosa
Trafitto da un rettangolo di luce nella sera
ognuno sgrana i post come se fossero preghiera
ognuno cerca gli altri nel palmo della sua mano
e intanto si fa schiavo sulla pelle di uno schiavo
badanti in nero camerieri baby sitter
stagiste fattorini operatori di call center
ognuno odia qualcuno per distrarsi dalla fame
zingari lavavetri tossici puttane
Scavo nella mia testa ma non trovo le parole
Per scrivere la strofa ci può salvare
Guardarsi in faccia, invece che nel cellulare
L’unico verso che mi fa sperare