affaccia sui treni che partono
per pendolari e pieds-noirs in pensione
niente somiglia più di questo
ad una vista mare
sai, qui non riesco a scrivere
è che gli autobus
li aspetto troppo poco
ma in compenso
le strade sono vuote e vanno bene per cantare
o inventare musiche terribili e leggere
Lei
lei ha i capelli lisci in modo innaturale
e non si muove
lui le mangia le labbra
che sembra muoia di fame
e, a me, mi fa pensare alla violenza
più il sedicente amore che impedisce e che costringe
che i sampietrini
che mordicchiano
vetrine e sbirri
scene che a volte guardo
come guardo te,
con disincanto misto a tenerezza.
ci sono notti che col lume dei lampioni,
i negozi e la luna
la mia ombra si moltiplica ai miei piedi
non so a quale somiglio
ma che fa
des fois je chante
seule
sous le tunnel qui va jusqu’à chez moi
de toute façon il n’y a jamais personne
je siffle aussi, en avance sur les garçons
qui passent, rigolent, rien ne change
a volte fischio mentre passo sotto un tunnel
a volte corro a più non posso,
deraglio spesso
eppure
rimango una finestra e ti guardo partire
avrei voluto essere il treno, ma che fa.