preghiera del parco

“Questo sarebbe un marciapiede!”

una cravatta con il nulla dentro

sbotta con l’aria di chi non ha tempo

io sarò pure in bicicletta- gli rispondo

tu sei una macchina però, ti rendi conto?

Forse tutte le strade porteranno a Roma

se sei un politico, un turista, un camerata

ma se ti vuoi inventare la giornata
di certo Roma non porta a nessuna strada

la vita è gratis solo in qualche parco

per i bambini e le vecchiette quando è giorno

e per i ladri e le puttane nottetempo

io ci vado al crepuscolo

perché sto in mezzo

sul prato vanno anche tre suore e un uomo

una di loro ha una borsetta rosa in mano

una ragazza corre con la faccia dura

intorno al braccio ha una fascetta nera

con uno smartphone che pare una flebo

mi stendo a terra, ascolto il mio respiro

Cerco il dio degli anarchici nel cielo

e pure se non c’è, comunque prego

“proteggi ovunque quelli a cui ho detto ti amo

aiutami a sapere sempre io chi sono

ricordami che il mondo non è di nessuno”

 

 

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  • Delirio Manifesto

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    la poesia non è di chi la scrive, è di chi gli serve (Mario Ruoppolo)

    Poesia, altro vizio solitario (Camillo Sbarbaro) liberetutti

    Nuestros cantares no pueden ser sin pecado un adorno.
    Estamos tocando el fondo. (Gabriel Celaya)

    adesso// mi è onore indifferente// generare rime prodigiose// ciò che mi importa è solo// far dannare alla grande i borghesi. (Vladimir Majakovskij)
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    Fondamentalmente non mi interessa molto la poesia che parla solo di frutta e belle scenografie. Mi interessa la poesia che affronta questioni più ampie, questioni di vita e di morte, ecco, e il problema di come comportarsi a questo mondo, di come andare avanti a dispetto di tutto quello che ci accade. Perché il tempo è poco, e l'acqua si sta alzando. (Raymond Carver)

  • Si soffre di ghurba come si soffre di asma, non c’è cura, e i poeti soffrono ancora di più. La poesia in se stessa è già ghurba. (Murid Al-Barghuthi)